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SALVATORE MUZZI



IL SERVIZIO FORESTALE ATTRAVERSO I SECOLI



VII puntata Marzo-Aprile 1976

Dopo l'emanazione della legge del 1877 (che aveva finalmente sostituito la congerie di leggi forestali degli ex Stati) l'Amministrazione Forestale italiana fu portata in tutti i modi ad amalgamare il personale delle diverse regioni, a cementare, tra il centro e la periferia, e tra le varie regioni, i vincoli gerarchici, promuovendo il necessario affiatamento, debellando rivalità e preconcetti, dimostrando comprensione e saggezza. Il personale veniva governato con equità: alla severità1 con cui erano puniti coloro che mancavano, si univa la generosità di riconoscimenti ufficiali dei meriti che altri si erano acquistati nel disimpegnare con abnegazione il quotidiano lavoro. Oramai, l'Amministrazione Forestale aveva volto ben definito e tendeva ad occupare il meritato posto nella considerazione della pubblica opinione e delle Autorità. Ricco di secolari tradizioni, il Corpo Forestale aspirava a ravvivarle ed è forse anche per questo motivo che dal centro si esortava, ad ogni circostanza, il personale a distinguersi per diligenza e per zelo, e di curare anche il lato esteriore, rappresentato dal contegno e dalla uniforme, che] invero allora appariva decorosa e bella. Per la verità storica, si può affermare che, nel periodo dal 1861 al 19 15 notevole è la documentazione concernente la raccomandazione sul comportamento individuale e sull'uso decorso che doveva farsi della uniforme del Corpo. Da questa documentazione si può inoltre rilevare come si tendesse ad avere rapporti di cameratIsmo con gli altri Corpi di polizia e con lo stesso Esercito. Furono presi accordi con il Ministero della Guerra per la reciprocità del saluto tra i Forestali e i militari dell'Esercito (circolare n. 396, in data 19 aprile 1899 del Ministero Agricoltura «allo scopo di meglio cementare le relazioni tra il personale delle due Amministrazioni; con successiva circolare n. 401 del 10 aprile 1900, la reciprocità del saluto fu esteso anche con il personale della Guardia di Finanza e con quello del Corpo delle Guardie di città, in attesa che questi rapporti venissero contemplati nel Regolamento di disciplina militare.

Andava maturando nel frattempo, la risoluzione del problema relativo alla istruzione tecnico-professionale delle Guardie Forestali. I due esperimenti fatti a Vallornbrosa nel 1880 e nel 1884 ebbero una larga eco; ma il Ministero non poteva rendere obbligatorio alle Provincie e ai Comuni l'invio dei loro agenti ad altri eventuali Corsi d'istruzione perché non gliene dava forza la legge del 1877, che nessun cenno faceva al riguardo. Man mano che si estendeva l'applicazione delle nuove disposizioni legislative e delle nuove istruzioni ministeriali, la carenza dei requisiti professionali nelle guardie provinciali (ed anche statali) andava sempre più accentuandosi il personale preposto alla sorveglianza e custodia dei boschi e dei terreni vincolati non rispondeva alle esigenze del servizio. Le guardie provinciali ignoravano le più elementari nozioni di aritmetica, erano incapaci di effettuare la misurazione approssimativa di piccole aree e non sapevano distinguere una specie legnosa da un'altra. Nel 1897, l'Ispettore forestale di 2 classe cav. Cesare Manardi, in forza al Ripartimento de L'Aquila e reggente la Ispezione di Teramo, iniziò le pratiche con l'Amministrazione provinciale teramana per aprire una Scuola per guardie forestali nel Comune di Isola del Gran Sasso, in un vasto fabbricato che la provincia stessa avrebbe ceduto gratuitamente, mentre il Ministero aveva ufficiosamente promesso di contribuire concedendo il personale direttivo. Queste pratiche ad un certo momento si arenarono anche perché l'Ispettore Manardi fu trasferito ad altro Ripartimento, da cui continuò a propugnare tenacemente la sollecita apertura di una Scuola per guardie forestali, indicando altra soluzione con l'accoglimento dell' offerta di un fabbricato da parte del Comune di Città Ducale, che allora faceva parte della provincia de L'Aquila. Nel primi mesi del 1899, l'Ispezione forestale in questa città suggerì al Comitato Forestale di proporre ufficialmente a Ministero l'istituzione di una Scuola per Guardie Forestali in Città Ducale. Nella sua adunanza del 18 aprile 1899, il suddetto Comitato Forestale approvò un ordine del giorno che, tra l'altro, diceva: «Considerato che l'impianto di una Scuola potrebbe essere attuato in questa provincia, e precisamente nel Comune di Città Ducale, sito quasi centrale d'Italia, il quale anche cederebbe gratuitamente i locali occorrenti e somministrerebbe tutto ciò che potrebbe essere attuato in questa provincia, e precisamente nel Comune prendere atto del progetto d'impianto di una Scuola pratica di selvicoltura per le guardie forestali in Città Ducale… tenendo presente la necessità ed utilità, per il regolare servizio silvano, di avere agenti capaci, di raccomandare caldamente al Ministero di Agricoltura che lo prenda in seria considerazione, perché la Scuola suddetta abbia presto la sua attuazione». Il Consiglio provinciale de L'Aquila, nell'adunanza del 13 settembre successivo, plaudendo alla proposta, deliberò di concorrere finanziariamente al mantenimento della Scuola, stanziando nel suo bilancio una somma annua continuativa di L. 1.000. Il Ministero non poteva lasciar cadere una così utile iniziativa senza andarle in qualche modo in aiuto. Ma, le ristrettezze del bilancio non gli consentirono di fare quanto avrebbe desiderato; accordo alla istituenda Scuola il suo patrocinio,. stabilendo altresì di provvedere al personale insegnante e, per quanto possibile, al materiale scIentifico. Con circolare ministeriale n. 403 del 18 aprile 1900, furono rivolte premure a tutti i Prefetti affinché, seguendo l'esempio di quella de l'Aquila, anche le altre provincie avessero contribuito all'attrezzatura della invocata Scuola. Questo invito, pero, non fu raccolto, per la impossibilità finanziaria in cui si trovava la maggior parte delle provincie.

Allorché fu nominato Ministro di Agricoltura l'On. Guido Baccelli (che si rivelò un insigne statista e che, come è noto, istituì la Festa degli Alberi promuovendo il R.D. 10 febbraio 1902, n. 33) affrontò con decisione la questione della Scuola .Egli ritenne che la spesa per il progettato istituto dovesse essere sostenuta dal bilancio dello Stato e pertanto si propose di presentare in tempo utile al Parlamento una variazione del bilancio di previsione 1902-03 del Ministero Agricoltura. Prima però, volle assicurarsi. che la Scuola, una volta aperta, potesse essere frequentata da un congruo numero dI agenti; pertanto, con circolare n. 58, in data 25 gennaio 1902, invitò i Prefetti a segnalare i nominativi delle guardie provinciali (scelti tra i celibi) che eventualmente ciascuna Amministrazione Provincia1e intendesse inviare alla Scuola. La retta annua sarebbe stata trattenuta da ciascuna Provincia sullo stipendio della guardia e poiché il corso teorico-pratico avrebbe avuto la durata di un anno il suo ammontare sarebbe stato di L. 360 Rari a L. 1 al giorno.

La Scuola pratica di selvicoltura per le Guardie Forestali venne solennemente inaugurata l'8 novembre 1903 in Città Ducale, alla presenza di numerose autorità tra cui si vuole ricordare l'On. Francesco Roselli, deputato al Parlamento per il Collegio di Città Ducale il quale aveva sempre validamente patrocinato l'apertura della Scuola stessa nella sua città(1). Nel primo anno scolastico 1903-904, la Scuola fu frequentata da 16 Allievi(2); nel 1904-905 da 23 Allievi; nel 1905-906 da 30 Allievi e nel 1906-907 da 21 Allievi. Alla Scuola erano addetti due sotto-ispettori forestali, incaricati dell'insegnamento; vi era pure destinato un brigadiere forestale con l'ufficio di prefetto di disciplina e per l'insegnamento dell'uso delle armi, della scherma e della ginnastica. Oltre alla retta mensile di K 30, versata dagli Allievi, le entrate della Scuola erano costituite da E. 9.000 stanziate sul bilancio del Ministero e occorrenti per lo acquisto di materiale scientifico e per il pagamento delle indennità al personale addetto. La Scuola ebbe un primo assetto con il R.D. 25 maggio 1905, n. 250, e venne denominata «R. Scuola di selvicoltura per le Guardie Forestali»(3).

Mentre il Ministro Baccelli affrontava, per risolverla, la questione della Scuola per le Guardie, promosse nello stesso tempo un provvedimento, che culminò con il R. D. 28 novembre 1901, n. 496, per la modifica della divisa degli Ispettori Forestali. Questo nuovo provvedimento recava, nella uniforme di gran tenuta degli Ufficiali, una interessante, ed importante, innovazione: il cappello all'alpina (Tav. IV, n. 4), con stemma reale al centro, penna d'aquila e distintivi di grado in oro, situati al lato sinistro formati ad angolo col vertice in su. Risale, dunque, al 1901 la tradizione della penna d aquila sul copricapo degli Ufficiali ForestalI, che, sempre in virtù del citato R. D. n. 496, sul colletto della giubba avevano anche le fiamme di panno verde a due code, come quelle degli Ufficiali degli Alpini. Con R.D. 18 febbraio 1904, n. 94, l’uso del cappello alpino con la penna d'aquila «lunga da 30 a 35 centimetri, esclusa parte infissa» venne esteso anche ai Brigadieri e alle Guardie Forestali (questo R.D. venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 marzo 1904, n. 72). Con lo stesso provvedimento fu stabilito il nuovo armamento dei Sottufficiali e Guardie, consistente: in un moschetto da cavalleria modo 1870, con baionetta attaccata e giberna a bandoliera con tracolla di cuoio nero usato, in una pistola a rotazione; in una daga da RR. Carabinieri a piedi per i Brigadieri e le Guardie a piedi e in una sciabola da cavalleria per i Brigadieri e le Guardie a cavallo l'armamento degli Ufficiali rimaneva quello previsto dal R.D.: 5 gennaio 1879 n. 4695 e cioé: per l'alta uniforme la sciabola lunga con impugnatura e guarnizione di metallo dorato e dragona come gli Ufficiali dell'Esercito; per l’uniforme ordinaria, la rivoltella d'ordinanza.

Contemporaneamente al succedersi di questi rimarchevoli avvenimenti, ogni anno l'Amministrazione forestale provvedeva a bandire il concorso per l'ammissione al R. Istituto Forestale di Vallombrosa. Un terzo dei posti era riservato ai gIovani forniti di licenza liceale o di istituto tecnico (esclusa la sez. ragioneria) e due terzi messi a concorso. Ad un posto di questi ultimi potevano concorrere quei Brigadieri o Guardie celibi, che avessero compiuto tre anni di servizio e che se ne fossero resi meritevoli. I figli degli Ufficiali e agenti forestali potevano aspirare a due posti (per titoli o per concorso) con rette gratuite o semi gratuite. Anche il corso degli studi a Vallombrosa subì modificazioni nei programmi e nella sua durata stabilita successivamente in quattro anni.

Nell'aprile del 1903 si svolse a Roma il VII Congresso internazionale di agricoltura con la Sezione VIII dedicata alla selvicoltura (conservazione dei boschi e rimboschimenti). La Sezione svolse dal 13 al 16 aprile i suoi lavori, a cui parteciparono, oltre a numerosi parlamentari, funzionari forestali italiani francesi, belgi e spagnoli, i direttori e insegnanti degli istituti forestali di Vallombrosa e di Nancy. Tra i voti espressi dai congressisti era il seguente: «perché la tutela dei boschi sia affidata ad agenti dipendenti dallo Stato»; tra i voti di carattere generale emersi dalla Sezione: «perché la istruzione forestale pratica sia diffusa con tutti I mezzI possibili».

Con R.D. 19 settembre 1907, n. 787 fu poi approvato il Regolamento organico della R. Scuola di selvicoltura per le Guardie Forestali. fu esso erano specificate le condizioni per l'ammissione, i programmi delle materie di insegnamento(4), la durata del corso (annuale, dal 1 ottobre a 31 luglio), la disciplina e il contegno, la gestione e il bilancio della Scuola. Le operazioni di caserma erano regolate con metodi militari. Nell' anno scolastico 1907-908 gli Allievi furono 26.

Al tempo del Ministro di Agricoltura On. Cocco-Ortu (Gabinetto Giolitti), in derivazione di precedenti accordi (cfr.: circolare n. 396 in data 19 aprile 1899), il Ministero della Guerra, nella nuova edizione del Regolamento di disciplina militare per il R. Esercito, approvato con R.D. 25 1uglio 1907, stabilì la reciprocità di saluto tra gli appartenenti al Corpo forestale e i militari del R. Esercito. Gli Ufficiali forestali dovevano il saluto a tutti gli Ufficiali dell'Esercito, della Marina, della Finanza e delle Guardie di Città di grado a loro superiore, e viceversa. Altrettanto veniva disposto per i Sottufficiali e guardie forestali, che erano parificati rispettivamente ai marescialli e capora1i delle FF.AA.. La norme da seguirsi erano quelle contenute negli artt. 135, 136, 138, 139, 140, 141, 142, 143, 144, 160 del suddetto Regolamento di disciplina. Questi provvedimenti di carattere particolare, uniti al fatto che una rappresentanza armata di Guardie Forestali era, allora sempre invitata a partecipare alle grandi riviste e parate che, nel giorno dello Statuto, si svolgevano a Roma, nell'antica piazza d'armi, di Centocelle (ora campo di aviazione) denotano come il Corpo Forestale, benché numericamente esiguo, cominciasse a richiamare l'attenzione non soltanto della pubblica opinione, ma sopra tutto della classe dirigente, in virtù anche della evidenza con cui avevano saputo porre via via la sua opera uomini politici come Marco Minghetti, Enrico Pessina, Antonio Salandra, Guido Baccelli, Francesco Cocco-Ortu, e sopra tutto per l'apostolato svolto in favore dei boschi e dell' Amministrazione Forestale dall'uomo che come Segretario Generale del Ministero prima, e come Ministro di Agricoltura poi, lasciò un patrimonio di benefici provvedimenti legislativi, di norme, di perorazioni, di iniziative che tuttora sono ricordati con perenne gratitudine: Luigi Luzzatti.

Occorre tuttavia tener presente che, nel quarantennio dal 1870, anno di unificazione di tutto il territorio della Penisola nello Stato italiano al 1910, vigilia della conquista della Libia, in Italia vigeva la Politica finanziaria della lesina. L'economia industriale della nazione era ai suoi primordi: il sistema economico preponderante era quello agricolo, tuttavia ancora non in pieno sviluppo; cosicché le entrate dello Stato erano limitate. Ad esse dovevano rispecchiarsi le spese, che, con la saggia politica finanziaria accennata, venivano ben equilibrate tanto che la lira italiana era ottimamente valutata sui mercatI internazionali. Periodi eccezionali di spese si verificarono dal 1887 al 1889 per il Corpo di spedizione in Eritrea e, successivamente nel 1896, in occasione della dolorosa, se pur eroica sconfitta di Adua, e per i gravi disastri dovuti al terremoto del 1908 calabro-siculo. Da questa breve premessa occorre orientarsi per giudicare la ristrettezza degli organici e dei tondi a disposizione, in quel quarantennio, dell’Amministrazione Forestale, che tuttavia non era ad un livello inferiore a quello in cui trovavansi altre amministrazioni statali. Non sembri quindi insignificante il provvedimento contenuto nella legge 5 luglio 1908, n. 375, con cui i ruoli organici del personale forestale conseguirono i seguenti aumenti di posti: ruolo Ufficiali da 265 a 280, con un aumento di spesa nel bilancio dI L. 303.800 molo Brigadieri e Guardie da 211 a 231, con un aumento di spesa di L. 58.680. A quell'epoca, l'aumento di pochissime unità nei ruoli organici di una Amministrazione statale era un fatto memorabile, che veniva compiuto dal Governo a ragion veduta, dopo esser passato al vaglio attento e scrupoloso di uomIni adamantini, che spesso, assurti a posti di alta responsabilità nel Governo e nel Parlamento, rinunciavano a qualsiasi emolumento o indennità per non incidere minimamente sul bilancio statale. L'aumento quindi degli organici, testé accennato, aveva un significato non soltanto pratico, ma di riconoscimento dell’opera del Corpo Forestale.

Un provvedimento degno di notazione, fu quello contenuto nel R.D. 18 febbraio 1909, n. 94, con cui alcuni dei servizi, che precedentemente. facevano capo alla Direzione generale dell’ agricoltura furono distaccati da questa per costituire la nuova direzione generale delle acque, foreste, bonificamenti e demani. In tal modo, la Divisione dei servizi forestali passò a far parte della nuova Direzione Generale.

(continua)








(1) A ricordo dell’azione svolta dall’On. Conte Francesco Roselli, il 9 dicembre 1928, in occasione della cerimonia del giuramento degli Allievi Militi Forestali, fu inaugurata nel cortile della Scuola una lapide marmorea, che reca la seguente iscrizione: a ricordo / Francesco Roselli / deputato al Parlamento / dal 1895 al 1909 / che qui volle istituita / la prima scuola italiana / delle Regie Guardie Forstali / il Comune di Città ducale / A. 1928.

(2) Il primo Direttore della Scuola fu il sotto-ispettore forestale Eutimio Metta, da Roccaraso. Aveva 28 anni ed era in servizio dal 1 febbraio 1898.

(3) Il fabbricato che venne ceduto dal Comune di Città Ducale ad uso Scuola per le Guardie Forestali era – ed è – una vecchia costruzione del XIV secolo, già Convento annesso all’ex Chiesa di San Francesco, di cui attualmente è rimasta la sola facciata, perché la chiesa venne sconsacrata dalla Curia Arcivescovile de L’aquila. L’arboreto della Scuola fu impiantato sullo stesso terreno, adiacente all’ex Convento, ove, nel 1811, l’allora Re di Napoli Gioacchino Murat, autorizzò la creazione di un vivaio forestale, con atto notarile in data 28 luglio 1811, che, per memoria storica, si riporta integralmente: “Regno di Napoli – Gioacchino Napoleone, per grazia di Dio e per la costituzione dello Stato, Re delle Due Sicilie, Principe e Grande Ammiraglio di Francia, a tutti i presenti e futuri salute! Oggi, 28 luglio 1811, regnante Gioacchino Napoleone, Re di Napoli e di Sicilia, Principe e Grande Ammiraglio di Francia, costituiti personalmente avanti di me Remigio Fabi, pubblico e Regio Notaio nella Comune di Antrodoco, il Sig. Gioacchino Bonafaccia del fu Carlo, attuale sindaco di questa Comune di Civita Ducale, domiciliato nella stessa Comune, strada S. Maria 33 e da me notaio conosciuto, ed il Sig. Salvatore Gioia del Signor Angelo, della città di Napoli, domiciliato in questa Comune di Civita Ducale, strada suddetta numero 86, ricevitore della Registratura e dei demani di questa città, anche a me, notaio, ben cognito, stanno essi costituiti assieme che, avendo la detta comune di Civita Ducale supplicata la Maestà del Re per avere la concessione perpetua in giardino per uso vivaio sito in detta Comune, di spettanza del Real Demanio succeduto ai beni e vendite del soppresso Convento di S. Francesco della istessa Comune di Civita Ducale, con pagarne il canone annuale ne ha ottenuto il presente Real Decreto: Napoli, 3 Giugno 1811 – Gioacchino Napoleone, Re delle Due Sicilie, sui rapporti dei nostri Ministri dell’Interno e delle Finanze, abbiamo decretato e decretiamo quanto segue: Art. 1 – Il comune di Civita Ducale nel secondo Abruzzo Ulteriore è autorizzato di poter censire dai nostri Reali Demani un giardino sito in detta Comune, che prima apparteneva al soppresso Convento di S. Francesco per adibirlo ad uso di vivaio. L’annuo canone da corrispondersi è fissato a Ducati 16,30 giusto l’apprezzo dei periti destinati di concerto dalle parti. Art. 2 – I nostri Ministri dell’Interno e delle Finanze sono incaricati dell’esecuzione del presente decreto. Firmato Gioacchino Napoleone “.

Nota: Le tavole si riferiscono ad altra pubblicazione.

(4) Le materie d’insegnamento erano le seguenti: elementi di aritmetica e geometria; elementi di fisica, climatologia, mineralogia, geologia; selvicoltura e apicoltura, lingua italiana, leggi e regolamenti, disciplina e istruzione militare. In base all’art. 49 del Regolamento, ogni Allievo era obbligato a coltivare una definita area di vivaio forestale, secondo le istruzioni che gli venivano date, e ad eseguire saggi di rimboschimento.